Inauguriamo una nuova pagina di questo sito, intitolata appunto PRINCIPIO NATURA, nella convinzione - ribadita tra gli altri anche da Orlando Franceschelli (Karl Löwith. Le sfide della modernità tra dio e nulla ed Elogio della felicità possibile. Il principio natura e la saggezza della filosofia) - che il pensiero di Löwith possa offrire un valido contributo all’odierno dibattito sul naturalismo filosofico. Löwith infatti è da annoverare a pieno titolo tra i sostenitori ancora oggi più significativi del “principio natura”, ossia di una visione del mondo e dell’uomo effettivamente convinta – come scrive lo stesso Löwith - che il “riferimento alla natura naturans non è un’ultima ratio contro un definitivo naufragio evitabile con uno sforzo naturalistico. Al contrario:

 

esso è la semplice conseguenza che siamo un prodotto del mondo – se non una creazione divina. Siamo esseri naturali nonostante logos, lingua, riflessione e trascendenza perché la natura ha in se stessa un logos che non è mai identico con autocoscienza. Questo “naturalismo” non è una mitologia e non mi pare incerto ma piuttosto evidente(Anhang, in Sämtliche Schriften, vol. IX, p. 409).

 

Il “principio natura”, allora, ci ricorda innanzitutto che, se ci poniamo al di fuori della sempre meno credibile prospettiva creazionistica, siamo di nuovo condotti a considerarci esseri naturali, ovvero esseri generati dalla natura e ad essa appartenenti, nonostante le specificità che certo ci contraddistinguono rispetto al mondo che ci circonda.

 Così Orlando Franceschelli:

 

“La natura basta a se stessa”: è di questa prospettiva filosofica che il principio natura educa a essere criticamente ed eticamente all'altezza. Consegnato alla cultura occidentale già dai primi pensatori greci, questo principio e le varie forme di naturalismo cui esso ha dato vita si ritrovano ancora oggi al centro di un confronto che coinvolge scienziati, filosofi e in misura crescente anche teologi. Un confronto indubbiamente complesso e che talvolta suscita persino l'impressione che lo stesso termine naturalismo abbia perso un significato ben definito […] A cominciare proprio da quella che ne costituisce l'autentico cuore filosofico: la consapevolezza che l'esistenza e l'evoluzione della realtà fisica non hanno un'origine né un destino soprannaturali. In questa indipendenza o autarchia risiede la naturalità del mondo e delle nostre vite, indagata dagli odierni sostenitori del principio natura impegnati a ricercare risposte plausibili anche al problema oggi fatalmente collegato a questa indagine: il rapporto tra scienza, filosofia e crescente potere della tecnica. Per i naturalisti, proprio da questa indagine della naturalità dipende la ricchezza di senso cui può approdare una concezione del tutto terrena della vita umana. Un approdo che si riveli effettivamente plausibile e perciò in grado di costituire – questo è l'auspicio - un arricchimento intellettuale e umano anche per chi nel laboratorio del naturalismo è disposto a entrare almeno per confrontarsi senza pregiudizi con le prospettive che in esso si è impegnati a definire. Inclusa quella di una ricerca della saggezza e della felicità sobriamente emancipata da ogni attesa dei molti doni, persino soprannaturali, che il principio speranza, a differenza del principio natura, è in grado di promettere (Elogio della felicità possibile, pp.13-4).

 

L’uomo, proprio perché appartiene al mondo (“antropologia dell’eco-appartenenza”), possiede anche la capacità di vivere in “accordo ragionevole” con esso, potendo così incamminarsi verso una “vita buona”, improntata alla saggezza della filosofia, al piacere di vivere e all’umanità solidale. “Principio natura”, quindi, è la via privilegiata per tutti coloro che ritengono che la felicità terrena sia ancora “possibile” nell’epoca del tramonto degli immutabili e di ogni fede trascendente o immanente che sia. Infatti, se – come spesso si dice - “Dio è morto, Marx è morto, e noi non ci sentiamo troppo bene”, l’unico modo per poter accedere ancora ad un orizzonte di senso degno del suo nome è quello di riscoprire quella natura che ci origina, ci sostiene e ci costituisce, e che ci può orientare, a patto di volerlo, verso le scelte migliori e più ragionevoli per la nostra vita e delle persone che vivono accanto a noi. Perciò la “formula” che meglio sintetizza le implicazioni teoriche e pratiche del principio natura è “saggezza della felicità possibile”.

 

Scrive Franceschelli:

 

Essa ci invita a considerare non solo che tra principio natura, saggezza e felicità esiste un rapporto indissolubile, come ben ci ricorda la nozione ellenica di eudaimonia. Ma anche che questo rapporto possiamo coltivarlo soltanto a patto di essere, a un tempo, consapevoli dei limiti che la sofferenza e la morte pongono alle nostre gioie, e concretamente impegnati a valorizzare e godere tutta la felicità che, entro questi limiti, è possibile far fiorire. Tutta la felicità appunto, ossia non soltanto la propria ma anche quella degli altri esseri senzienti. E cercando di rimuovere, per quanto è praticamente realizzabile, anche gli ostacoli che di questa felicità impediscono la fioritura. Anzi, la cui presenza rende sempre meno gratificante la stessa felicità di chi, pur non patendoli direttamente, cerca di essere almeno consapevole e memore della sofferenza provocata da questi ostacoli.

 

Antropologia ed etica dell’“eco-appartenenza” saranno allora i due fili conduttori di questa nuova pagina dedicata alla nostra visione del “principio natura”. Pagina sempre in costruzione che, per ora, si articolerà in tre grandi sezioni: la prima, di carattere divulgativo e dialogico, vuole presentare i contributi di maggior importanza sulle questioni della filosofia della natura e della saggezza del naturalismo oggi; la seconda, di carattere bibliografico, elencando i testi naturalistici contemporanei e del passato più rilevanti, ambisce a costruire una sorta di ‘canone’ del “principio natura”; la terza, infine, declinata secondo la forma del ‘blog’ permette a chiunque abbia a cuore i temi del naturalismo di intervenire direttamente nel dibattito che qui vorremmo contribuire a suscitare.

 

Il nome di Karl Löwith è spesso associato ai suoi lavori di storia della filosofia e alla sua attività di "scepsi storiografica"  (segue)

Sezioni del sito

O. Franceschelli - Intervista su Karl Löwith

Karl Löwith - Treccani.it

Karl Löwith - New School Philosophy

Karl Löwith, Storia e natura. Scritti su idealismo e sinistra hegeliana, a cura di Flavio Orecchio, Castelvecchi, Roma, 2023.

Karl Löwith, Il cosmo e le sfide della storia, a cura di O. Franceschelli, Donzelli Editore, Roma, 2023.

S. Griffioen, Contesting modernity in the German secularization debat: Karl Löwith, Hans Blumenberg and Carl Schmitt in polemical contexts, Brill, Leiden, 2022.

Donaggio E., Karl Löwith: eine philosophische Biographie, tr. ted. di A. Staude con la collaborazione di M. Rottman, J.B. Metzler, Berlin, 2021.

Seconda edizione

Liebsch B., Verzeitlichte Welt: Zehn Studien zur Aktualität der Philosophie Karl Löwiths, J.B. Metzler, Berlin 2020.

Nuova edizione

Löwith K., Dio, uomo e mondo nella metafisica da Cartesio a Nietzsche, a cura di O. Franceschelli, Donzelli, Roma, 2018.

Karl Löwith, Sul senso della storia, a cura di M. Bruni, Mimesis, 2017.

Heidegger M., Löwith K., Carteggio 1919-1973: Martin Heidegger e Karl Löwith, edizione critica di A. Denker, a cura di G. Tidona, ETS, Pisa, 2017.

Fazio G., Il tempo della secolarizzazione. Karl Löwith e la modernità, Mimesis, Milano-Udine, 2015.

A. Tagliapietra, M. Bruni (a cura di), Le Rovine, ossia meditazione sulle rivoluzioni degli imperi, traduzione di M. Bruni, Mimesis, 2016.

Premio Nazionale Filosofia Frascati - 2016

Società Natura Storia. Studi in onore di Lorenzo Calabi, a cura di A. Civello, Edizioni ETS, 2016.

Azioni Parallele è una rivista on line a periodicità annuale, che continua in altre modalità la precedente ultradecennale esperienza di Kainós. La direzione di A. P. è composta da G. Baptist, A. Meccariello e

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09.09.2023